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"Se il rapporto di Carlo Cassola con la Toscana è considerato l'imprescindibile punto di partenza di ogni lettura 'autorizzata' dello scrittore e dell'uomo, il dato quasi ontologico di una dimensione esistenziale e creativa, il suo rapporto con ciò che toscano 'non è' - e addirittura non è nemmeno italiano - sembra debba essere, ogni volta, sviscerato per negazione, come se si trattasse di qualche cosa di residuale e fondamentalmente estraneo alla cifra più autentica della sua opera. La mostra "Sconfinamenti. Le terre lontane di Cassola", con la forza del vastissimo e diversificato repertorio di documenti e testimonianze messo insieme da Alba Andreini, fa ora giustizia in modo definitivo dello stereotipo che ha tanto a lungo pesato, per lo più negativamente, sulla fortuna di una delle figure più significative del panorama letterario italiano del secondo '900." (Dall'introduzione di Maria Cristina Carratù). Introduzioni di Maria Cristina Carratù, Alba Andreini, Stefano Montefiori, Leonardo Vilei, Manuel Carbonell Florenza.