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Nella montagna d'Amiata il cacciatore Siringo e la ninfa Selvaggia sono reciprocamente innamorati fin dalla tenera fanciullezza, a seguito d'un giuoco innocente. Ormai adulti si sono promessi eterna fede, ma Selvaggia, che finge con tutti - anche a celare quel patto - indifferenza alle lusinghe d'amore, viene dal suo creduto padre Alceo promessa in sposa a Drusillo. Salvata in drammatiche circostanze dalla violenza dell'Antropofago proprio da Siringo, incautamente dichiara il suo amore per lui e viene perciò condannata a morire in pasto alle fiere, secondo la legge che a tanta pena destina le donne che contravvengono alla volontà dei padri in materia di nozze. Prodigiosamente scampata a morte, altrettanto accade a Siringo che aveva a sua volta cercato di morire, per amore di lei. L'oracolo che ripristina la verità sui rispettivi genitori dei due amanti, genitori che non sono quelli finora creduti, scagiona quindi Selvaggia da ogni disobbedienza e, con gioia universale di ninfe e pastori della montagna, si celebrano le nozze.