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Questo libro vuol dare testimonianza della fecondità di spunti che possono derivare dal rapporto fra cinema e psicoanalisi. Raccoglie le considerazioni dei relatori psicoanalisti che hanno commentato i 20 films presentati nel corso delle rassegne annuali (dal 2007 al 2011), aprendo alla discussione con il pubblico; presenta inoltre tre saggi introduttivi che analizzano la peculiare espressività artistica del prodotto cinematografico e raccontano come sia andato modificandosi nel tempo l'interesse per il cinema da parte delle discipline psicologiche, e della psicoanalisi in particolare, fino a riconoscere nel materiale iconico presentato dal film forti analogie con gli elementi proto-mentali, sia onirici sia della veglia, che attendono una elaborazione verso la pensabilità. Nella sala di proiezione si è andata così costituendo una triade i cui soggetti si sono trovati in relazione reciproca e complementare tra loro: il film, con il suo carico complesso di suggestioni, lo spettatore analista, libero dai vincoli del setting tipici del lavoro clinico, ma più incline di altri all'uso dell'introspezione, ed infine lo spettatore comune. L'esperienza d'alto valore relazionale che ne è conseguita sembra aver tratto arricchimento dal coinvolgimento emotivo condiviso e dalla sollecitazione reciproca a dare spazio a pensieri nascenti, possibilmente verbalizzabili.