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Arriva sempre un momento, presto o tardi nella vita, in cui si sente il bisogno di volgersi indietro e riconsiderare il percorso che si è fatto per arrivare lì dove siamo arrivati, dovunque siamo arrivati. È una cosa che si fa poi quasi ogni giorno, quando non si è più così giovani, e siamo come spinti a rivedere le nostre esperienze, le nostre storie, le persone che abbiamo conosciuto, le cose che abbiamo fatto, quelle che non abbiamo fatto e che avremmo voluto fare. E poi anche i sentimenti, e i dettagli insignificanti del passato che nella memoria diventano tutti importanti, indispensabili: una notte di neve, una canzone che abbiamo ascoltato, il sorriso, o il pianto, di una persona cara, uno sconosciuto che ha bussato alla porta. Chi conoscerà Raniero leggendolo, avrà la sensazione di averlo conosciuto da sempre, l'amico quieto che ti racconta le sue storie, le gioie e i drammi di una esperienza umana difficile e intensa, ma senza presunzione, senza melodrammi, senza infingimenti: così, come per saldare un debito sentimentale e di affetto, e per cercare insieme a chi lo ascolta il senso e il valore della propria vita.