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In molti hanno provato a cambiare l'umanità applicando dei principi ritenuti perfetti, e "l'incorruttibile" Robespierre è uno degli esempi più celebri. In questa biografia scritta nel 1935 come un romanzo con uno stile quasi cinematografico, Friedrich Sieburg riflette le inquietudini della sua epoca, quella dei totalitarismi, a partire dalla barbarie del Terrore scaturita dall'applicazione delle dottrine illuministe. Ispirato da Rousseau, infatti, Robespierre portò in politica la logica totalitaria di un sistema universale di ispirazione religiosa, fatto di ombra e di luce: la sua "volontà generale" non era certo la volontà della maggioranza ma la volontà di coloro che sono virtuosi e in possesso della verità, i giacobini, setta eretta come nuova Chiesa nella Francia rivoluzionaria (Saint-Just, l'arcangelo della Rivoluzione, è qui dipinto come un protocomunista). E questo nonostante "l'incorruttibile" fosse un uomo piuttosto timido e cupo sin dall'infanzia, capace di umanità solo nelle tristi pareti dell'intimità domestica.