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Una società 'liquida' pensa di poter adattare i comportamenti umani alle esigenze economiche del mercato, alle personali preferenze degli individui, alle dinamiche dei rapporti interpersonali 'a tempo limitato'. La persona umana viene considerata incapace di prendere impegni di lunga percorrenza. L'uomo e la donna vengono considerati alla stregua dei beni di consumo: l'essere umano si sceglie, si usa e si elimina dalla propria vita. Questo avviene perché si è persa la verità sulla persona, la sua identità, lo specifico e l'unicità dell'essere personale. Rosmini, partendo dalla definizione di 'persona' e di 'diritto', introduce nella reale dimensione della creatura umana, recuperando la singolarità della conoscenza, la complessità della razionalità, la potenza della volontà e la unicità della libertà. Ogni soggetto umano è in grado così di determinare perseveranti scelte di bene e concreti propositi di bontà: è questo il percorso della virtù. La virtù qualifica la crescita e la perfezione della persona. Recuperando l'oggettività della morale, il filosofo trentino ripone nell'alveo della dignità personale sia la bontà di ogni libera scelta fondata sulla conoscenza e preferenza della verità, sia la determinazione soggettiva della volontà che consente ad ogni umano individuo di governare e dirigere la propria vita nella dimensione etica dell'agire. La grandezza della persona si configura così nella dinamica della virtù.