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Una forza misteriosa prende letteralmente possesso dei motori di alcune navi e le spinge a "suicidarsi" contro la diga foranea. Siamo in una Genova non troppo esibita, la vicenda si ambienta ai giorni nostri e quella che si sta per leggere non è una storia di, sola, fantasia. I disastri navali potrebbero far pensare a tristi episodi di cronaca, e l'autore non lesina con gli ingredienti topici: agenti segreti, serial killer, marescialli frustrati, investigatori stanchi, poliziotte fascinose, misteri insondabili. Via via che ci si immerge nella storia, termini come "X Files" e "Avatar" non sono solo comprimari alla vicenda. Poi c'è la città con i suoi luoghi che inducono al sogno, o forse a sognare e confrontare il passato con il presente, a valutare quello che in nome di un progresso - reale? - si è perso per sempre. Perché la storia raccontata in "Rewind" ha un personaggio chiave, mai nominato, molto vero, autentico e un tempo reale: la spiaggia di Prà, quella che il porto industriale di Genova ha demolito e distrutto per sempre. L'evento finale del romanzo racchiude in sé un sogno e un'onirica profezia: come in una vendetta maturata in decenni di danni subiti, qualcosa riuscirà a muovere la storia e farla riavvolgere come il nastro di un magnetofono.