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Tra papi umanisti, cortei imperiali e famosi capitani di ventura, Giovanni Antonio da Faie descrive la vita quotidiana di uomini e donne nell'affascinante Lunigiana di fine Quattrocento. La sua autobiografia si può leggere come una nuova versione della "chanson de geste", la tappa finale di un itinerario della cultura europea, nel quale la figura del "cavaliere" lascia il posto al profilo dell'"artefice". In questa Chronica le memorie personali sono arricchite dalle notizie derivanti dall'attività di speziale, una delle più importanti del Medioevo, esercitata in una terra senz'altro vivace di intrecci culturali e testimone di importanti fatti storici.