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Il fascino di catturare l'iconicità fuggevole del reale, l'emozione di fissare nella materia il fluido divenire del mondo sono le sensazioni che si provano davanti ad un un'opera di Spallone. La sua ricerca, che inizia alla fine degli anni '50, si colloca nell'esperienza dell'astrattismo; alle spalle c'è la tematica futurista, ma anche De Chirico, così come i Maestri dell'espressionismo astratto americano; la tematica di Rothko della tela come matrice e ricettacolo di vibrazione della luce. Tutto questo è filtrato dall'artista in un linguaggio originale, di pittura luminosa con sottile invenzione poetica. Spallone è un artista colto, la sua opera denota una volontà di far coesistere, in utopistico e perfetto equilibrio, forma e materia, colore della pittura e colore della natura, geometria e imperfezione; una visione astratta ma anche generosamente umana. Pittura e scultura assumono nell'opera di Spallone figure geometriche che sono poste subito in analogia con altro, per costruire un polisenso. Il punto nodale è una libera costruzione che distingue la sua opera dalle scansioni congelate, irrigidite di un'accademia dell'astrattismo operante dagli anni '50 ad ora.