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Marco Mazzucconi, brillante inventore di forme per circa un ventennio a partire dal 1985, promessa riconosciuta e quasi osannata della giovane arte italiana, per quasi dieci anni è rimasto in silenzio - con pochissime e sporadiche eccezioni, in qualche collettiva -, ha cambiato occupazione e ora si ripresenta con una serie di lavori nuovissimi, che testimoniano concretamente un pensiero che ha continuato a elaborare forme, anche in questi anni silenziosi. Per Mazzucconi il funzionamento dell'arte non è garantito dalla propria soggettività - che vediamo scomparire dietro una realizzazione "fredda", e spesso ironica, come nella serie dell'Informale visto dall'uomo e visto dal cane, o di Daltonico e analfabeta - ma dalla trasformazione di questa stessa soggettività in oggettività di relazioni linguistiche. [...] Queste relazioni, da casuali o individuali o sentimentali, diventano colmi di significato, perché la complessità del nostro sistema di relazioni "sicuramente" permette di legare elementi sorti e avvicinati soltanto casualmente.