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Intimissimi è un'opera dallo stile innovativo, quasi una sequenza di fotogrammi che immortalano ambienti, scene ed emozioni per mezzo di una prosa frammentata da pause, atte a isolare nitidamente stati ed evoluzioni, percezioni e impressioni dell'anima. Due uomini, un "io" e un "tu" generici, sono al centro di una sorta di "storia paradigma", una storia d'amore "completa" fatta di un parossistico incontro di sensi e di parole dalle origini sino al rapido e imprevisto epilogo: un amore che, pur contraddittorio e in parte malato, resta senza crepe, e rivela una corrispondenza perfetta. Intimissimi è una specie di abbecedario dell'amore, e, non a caso, ogni capitolo è connesso a una lettera dell'alfabeto. Ma è un abbecedario che non insegna ad amare, piuttosto esemplifica un'irrimediabile e tragica incapacità di gestire un amore che pure è ed è forte. Le pagine del romanzo vivono di uno stile scarno ed essenziale che lascia parlare i fatti, che fa vivere di suo la passione dei protagonisti, una passione incorniciata da un erotismo raffinato e scandita dal bip bip dei messaggi di un cellulare, echeggianti a versi di canzoni vere o finte, elette a colonna sonora di emozioni violente e fulminee.