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La poesia di Giulio Di Forizo è stata salutata come una delle voci più mature e riconoscibili degli ultimi decenni. In questo volume si raccoglie la sua produzione degli anni che vanno dal 1992 al 2018. La critica ha sottolineato la raffinata ricerca formale, la «musicalità dell'endecasillabo» (Enrico Testa) e la sottigliezza percettiva nella descrizione degli effetti luministici colti nel paesaggio (Emeri-co Giachery). Poesia d'amore di delicatezza inconsueta e fascinazione della natura, ne sono i temi dominanti. Nella seconda produzione aumenta il tono doloroso in potenti metafore drammatiche, in cui la compenetrazione tra mondo natura e mondo umano si fa ancora più stretta. Allusioni alla disarmonia della Storia si intrecciano ai temi più soggettivi. La luce ora si trasforma in immagine della felicità, dell'erós e della solidarietà umana. Ed è in questi versi, infine, che ricorrono gli accenti più squisitamente leopardiani - più ansiosi, è vero, tuttavia la poesia si apre a una «grazia cercata inesplicabile» (Roberto Carifi). Con uno scritto di Roberto Mosena.