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È un'antologia della poesia civile che risponde a una duplice funzione: da un lato è un aggiornato bilancio della poesia italiana del Novecento, dall'altro un ideale strumento per gli studenti del biennio superiore che, con lo stesso insegnante di italiano studiano l'educazione civica. L'intento di comunicare ai giovani quale possa essere, anche nella loro valutazione, il senso della poesia è effi cacemente indicato da Tullio De Mauro nella Prefazione. È «con discrezione e cautela» - scrive De Mauro - che Fulci «porta chi legge ad avvicinarsi alla poesia. La via che ha scelto è quella di offrirci soste nel cammino, esempi significativi di testi. Attraverso l'accostamento a questi siamo sospinti da una tappa all'altra dell'itinerario, che lui stesso descrive nella sua sobria introduzione». Se "eroi" di una ricostruzione storico-letteraria implicita nel lavoro di Fulci sono alcuni scrittori come Pasolini e Pavese, non si perde comunque di vista, da parte dell'autore, quanto è stato fatto da tutta una schiera di poeti che hanno appassionatamente vissuto la propria vicenda culturale. I frequenti richiami al testo della Costituzione e i ripetuti riferimenti alle libertà civili sancite dalla legge fondamentale dello Stato sono un invito a coglierne lo spirito, mostrando come in concreto essa possa ispirare le nostre azioni e regoli i rapporti tra i cittadini, anche quando questi siano scrittori che a un pubblico si rivolgono.