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Antonio Greppi, il sindaco della Liberazione, è stato definito un socialista cristiano perché ha sempre messo l'uomo al centro delle sue attenzioni e delle sue cure. Allievo di Filippo Turati, dal 1919 fino alla propria morte partecipò alla vita politica italiana, sempre da socialista riformista. Direttore de "La libertà", settimanale della gioventù del PSU, collaboratore di "Critica sociale", negli anni del fascismo fu tra i protagonisti della ricostituzione del PSI, cosa che pagò con il carcere. Espatriato in Svizzera, fu raggiunto dalla notizia della uccisone del figlio Mario ad opera dei fascisti. Rientrato in Italia partecipò alla lotta partigiana nelle Brigate Matteotti e fu indicato dal CLNAI quale sindaco di Milano, incarico che assunse il 27 aprile del 1945. Impegnato nella ricostruzione di Milano, Greppi viene premiato dai milanesi con un risultato elettorale straordinario, che faceva del Partito socialista il primo partito. Dal 1951, lasciata la carica di sindaco, partecipò a tutte le vicende del socialismo italiano, schierandosi prima con Saragat e rientrando nel PSI dopo la battaglia contro la legge truffa. Parlamentare per due legislature, fu anche un brillante avvocato e un prolifico autore di drammi, saggi e racconti.