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"Quarti di sole e luna" rivela a gocce l'esistenza profonda delle cose piccole e quotidiane, dei gesti che si ripetono uguali tutti i giorni. Sono liriche che sanno di riti ostinati e monotoni, silenziosi finché non se ne ascolta il chiasso, finché non se ne coglie il sacro che innaffia le vene della quotidianità a secchiate. La sensibilità è tutta contemporanea e la parola non riverbera accecante, ma quasi culla e sussurra niente di più di ciò che abbiamo, invisibile, di fronte agli occhi. Non c'è ironia, né narcisismo, né coscienza di sé. C'è una folla di altri, ci sono risate argentine, ci sono capperi, frasi di zucchero, spaghetti freddi, birra in boccali di terracotta, un po' di formaggio e... fame di pane e d'acqua fresca. E la vita è fuga silenziosa di donne, di amici, di calde sere mediorientali, fuga che magari ritorna, ma senza avvisare.