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Salvatore è un mercante che abbandona Firenze per Venezia nei primi decenni del '300 a seguito di un'oscura vicenda che, fino alla sua morte, rimarrà segreta anche per i figli. Ma è pure il capostipite di una famiglia di mercanti e armatori veneziani che in breve si farà talmente ricca e importante da imparentarsi con le più potenti famiglie patrizie. Dagli anni difficili e tormentati dell'immigrazione, dalle fortune iniziali in gran parte derivate dall'essere sopravvissuti alla terribile peste nera che ha spopolato la città, il romanzo segue le vicende dei discendenti di Salvatore fino ai primi anni del '500. Non solo nella loro ascesa sociale ma anche nelle loro vicende umane. Si susseguono così donne che sono mogli, amanti, cortigiane o monache tormentate; uomini che trascorrono la vita più in mare che a terra, che fanno della vita unicamente una rincorsa al denaro e al potere, che cercano la pace nella normalità più banale o rischiano il rogo per un sospetto di omosessualità. Con sempre il rischio di perdersi o di perdere tutto in agguati reali o politici. Insomma quotidianità, felicità, amori e dolori in una società e in una Venezia che è al massimo della potenza e della ricchezza. Una Venezia aperta e laica che forniva a tutti l'opportunità di una vita migliore alla sola condizione di accettare un principio basilare: Prima so' venexiàn e dopo cristiàn.