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È nell'estate del '56 che ha avuto inizio la vicenda? O è stato invece nel '48, nell'atmosfera di odi e rancori che la guerra aveva lasciato dietro di sé? Il brigadiere Baldelli viene incaricato di indagare su quei vecchi avvenimenti e torna nella piccola valle alpina dove aveva iniziato la propria carriera. La valle si è ormai trasformata: sono scomparsi i campi e i prati e un fitto bosco selvatico avvolge le contrade, sempre più deserte e desolate. Eppure quando nel '56 i tre fratellini Vito, Pino e Marilù, erano andati lassù in villeggiatura, una bucolica atmosfera alpestre aveva fatto da sfondo ai loro giochi infantili. I boschi e i monti parevano popolati da esseri magici e da alberi fatati, e ovunque aleggiava la presenza delle Anguàne, le favolose ninfe delle fonti, metà donne e metà serpenti. In quella valle appartata ogni luogo, ogni parola, rimandava all'antico dialetto tedesco dei mitici Cimbri, i Tzimber, il popolo dei boschi, delle miniere e delle fucine. Ma cosa accadde lassù in quell'estate lontana? Come mai la spensierata vacanza prese improvvisamente una piega drammatica? Il brigadiere Baldelli investiga, cerca, interroga, e un po' alla volta scopre le verità inconfessabili, i rancori tenaci, i delitti nascosti che hanno avviluppato tutti i protagonisti di quella storia in una tragica ragnatela.