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"...Lo si trovava spesso immerso nelle letture più disparate, dai classici greci ai romanzi ottocenteschi, dalla storia dell'arte ai miracoli della scienza e della tecnica. Bisognava chiamarlo diverse volte per attirare la sua attenzione e farlo ritornare alla realtà. Allora sbatteva gli occhi come svegliandosi a malincuore e con un sorriso ingenuo e accattivante mormorava per scusarsi: 'Ero in Egitto... nella tomba di Tutankamen', oppure: 'Stavo visitando la Cappella Sistina...' e così via. I suoi clienti, alcuni dei più insofferenti, avevano provato ad allontanarsi da quella bottega e da quel libraio un po' strampalato... Però ritornavano controvoglia a quel piccolo locale, perché solo lì trovavano dei testi unici, articoli di cartoleria particolari e consigli utilissimi e sapienti..." (da "Il libraio" di Rosa Vindigni)