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Metà del diciannovesimo secolo: un giovane mozzo vandeano viene dato per disperso e abbandonato su una costa inesplorata dell'Australia, dove era approdato alla ricerca di acqua dolce insieme ad altri marinai. Diciassette anni più tardi, un veliero inglese scorge fra gli indigeni un uomo bianco. Nudo, tatuato, caccia e si comporta come loro, non parla più nessuna lingua conosciuta. Viene affidato al geografo Octave de Vallombrun, che dapprima incuriosito da quello che ritiene un oggetto di studio, sviluppa con il mozzo una profonda amicizia basata su una comprensione che va oltre ogni forma e convenzione.