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Il volume affronta, con l'apporto di specialisti e di giovani studiosi, il tema della 'grande scuola di Anton Maria Maragliano' tentando un affondo negli accadimenti successivi al 1739. Le linee di indagine hanno seguito un doppio binario: da un lato l'approccio alle varie generazioni di allievi di Maragliano, con una serie di approfondimenti sulla diffusione e persistenza dei modelli, sulle scelte iconografiche e sulle tipologie produttive, dall'altro la distribuzione sul territorio, per mappare la fortuna delle iconografie ma soprattutto per constatare il monopolio esercitato dagli eredi diretti della bottega del maestro, i cugini Agostino Storace e Giovanni Maragliano, con 'isole' di predilezione per l'uno o per l'altro. La quantità della loro produzione, e di quella dei loro allievi, è consistente fino alla fine del secolo non tanto sulla piazza genovese, per certi versi satura, ma soprattutto nelle due Riviere, alle estremità dei confini e in ogni più profonda vallata. Un esito nuovo, dunque, che apre inattesi campi di indagine e che ribalta, in questo caso, il giudizio di Alizeri per il quale "vediamo de' seguaci scarse produzioni".