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Nell'arco di tre generazioni i Crosa, protagonisti di uno dei più brillanti percorsi di ascesa sociale della Genova sei-settecentesca, passano dalla condizione di piccoli commercianti a quella di patrizi cittadini, divenendo figure di spicco della vita economica e politica della Repubblica. Inclusi tra i gruppi familiari di recente nobilitazione che nel 1737 l'inviato francese Campredon considera "puissamment riches", si inseriscono nei traffici commerciali con la Penisola Iberica e il Nord Africa e aprono la strada alle relazioni finanziarie con la Polonia, un settore del tutto nuovo per i capitalisti liguri. Dopo aver raggiunto l'apice negli anni sessanta del Settecento, le crisi del periodo successivo portano ad un sensibile ridimensionamento patrimoniale e al progressivo disimpegno dal mondo degli affari. Tuttavia, grazie ad un'accorta politica di alleanze con altre importanti famiglie, i Crosa evitano la decadenza e riescono a trovare un'adeguata collocazione sociale nel nuovo contesto rappresentato dal Regno di Sardegna.