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Tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 il pittore e scultore Luigi Grande ha donato a Genova, città capoluogo della sua regione d'adozione, quaranta opere. Lo ha fatto destinandole alla Galleria d'Arte Moderna e al Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, con una generosità di cui si dà conto con due mostre che documentano la sua carriera sul fronte della pittura, tra la metà degli anni '70 e la contemporaneità. L'artista vanta più di mezzo secolo di attività con mostre in tutta Italia, e rapporti con letterati, drammaturghi e poeti del suo tempo. Coinvolto dalle inquietudini dell'esistenzialismo e da impegnative letture tra psicanalisi, poesia e drammaturgia, Grande assume le persuasive facilitazioni esornative di certo linguaggio, quasi un po' fauve nella ridondanza cromatica, a metà via tra l'affabulazione coinvolgente della pubblicità, dell'illustrazione e le immagini televisive. Allo stesso tempo presta attenzione alla contestazione giovanile e all'avvilimento bestiale di una società coinvolta, a dispetto del progresso, in assurde e interminabili guerre come quella asiatica, ben sintetizzata dal dipinto Vietnam del 1964 con cui si apre questa rassegna.