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Scegliendo prevalentemente esempi da pensatori presocratici, Walter Lapini riafferma, in questo volume tanto vario e ricco nei contenuti quanto metodologicamente coeso, la necessità di affrontare i testi filosofici antichi innanzitutto attraverso l'accertamento delle fonti, l'aderenza alla lingua, la riflessione critico-testuale, e conseguentemente di respingere quelle letture semplificate e corrive, o anche volutamente deformate, che se da una parte conquistano ed entusiasmano il grosso pubblico risparmiandogli la delusione dell'incerto e dell'opinabile, dall'altra lo allontanano ulteriormente da una verità spesso già di per sé problematica e oscura. "Questo vorrebbe essere dice Lapini - non dico un libro di metodo, ché sarebbe presuntuoso il solo pensarlo, bensì un promemoria di regole; né ignote né nuove, ma che vanno però ristabilite e difese ogni volta daccapo, generazione dopo generazione".