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Con tratti brevi (talvolta brevissimi) e incisivi, Lapo Ferrarese gioca sul filo di lana del reale, presentandoci ambienti, situazioni e personaggi nei quali potremmo imbatterci nella quotidianità di ogni giorno - un motel, un appartamento, una città di periferia, una casa di cura per anziani, una finestra aperta sui rumori della sera - che si rivelano poi propagatori di quelle paure ancestrali e intime, di quel terrore che inconscio e cuore partoriscono quando si ha la ventura di allentare le difese. Mostri che non sappiamo bene se frutto della nostra capacità di plasmare in concretezza stati emotivi compressi nelle profondità dell'anima o semplici giochi per esorcizzarli. Dalla fantascienza all'horror passando per i viaggi nel tempo, racconti fantastici, appunto. Ma tutti spaventosamente "reali".