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Uno studio sull'arringa degli avvocati mormannesi Francesco Sala e Giuseppe Fazio, che con documentate argomentazioni difendono da ingiusti soprusi l'economia delle piccole imprese di un paese operoso. "Non potendo più soffrire la povera Università di Mormanno in provincia di Calabria Citra le molte e di soverchio gravi oppressioni che dai Magnifici Arrendatori dei ferri e dai loro Ministri le s'inferivano, fu costretta nell'anno 1737, proporne davanti al signor don Giovanni Antonio Castagnola, Assessore allora della Real Sovrintendenza, quattro capi che a favor di quella cittadinanza furono determinati e indi a poco si additeranno". Così comincia, datata Napoli 28 maggio 1741, l'arringa degli avvocati mormannesi Francesco Sala e Giuseppe Fazio, che con documentate argomentazioni difendono dai ingiusti soprusi l'economia delle piccole imprese di un paese operoso. È lo stesso clima di quanto avveniva in "Poveri e ricchi del Settecento Mormannese" (vedi stessa collana). Cambiavano i suonatori, una volta era la Chiesa ed una volta la Società, ma le suonate (legnate) erano tutte dirette allo stesso soggetto: il popolo.