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Qual è il valore attuale della Nona Sinfonia di Beethoven? È ancora possibile dopo Auschwitz e gli orrori del secolo scorso un "dialogo" sincero con una musica che parla ancora il tono della humanitas? Oppure dobbiamo realisticamente lasciare la fratellanza universale celebrata nel Finale tra le grandi illusioni? Emblema di ogni questione sulle possibilità espressive della musica, oltre che opera dal destino controverso, sospesa tra l'elevazione a mito della cultura europea e le pesanti critiche mosse alla costruzione del Finale, la Nona di Beethoven suscita sempre nel pubblico un'accoglienza rinnovata. Perché? Forse per il piacere di tuffarsi ogni volta nell'illusione collettiva di un'umanità migliore, in quel "paradiso di venti minuti" costituito dall'ultimo movimento pur nella sua stravagante singolarità formale? Ma è davvero questo il programma riposto di questa musica? È un paradiso riconquistato quello che si celebra nel Finale? Nella Nona Sinfonia è contemplato in modo retrospettivo l'itinerario passato del suo autore. Con un ascolto libero dalla critica tradizionale consolidata dell'Opera, ma ancorato ai "fatti musicali" nei loro aspetti armonici, timbrici, melodici, ritmici, dinamici, Luca Cavaliere mostra le tappe di questo itinerario spirituale soffermandosi su tutti i punti nevralgici, ossia quei momenti nodali, come le "fanfare" nella Coda dell'Adagio o il Prologo-pantomima del Finale, che insieme al rapporto problematico tra le diverse parti interne di ogni movimento, costituiscono tuttora un ostacolo per la comprensione della Sinfonia a causa di una loro imprecisa interpretazione. Questo itinerario nel Finale giunge alla Gioia. Come vi giunge? Cos'è, ma soprattutto, cosa non è questa Gioia? Vi è davvero opposizione tra di essa e i tre movimenti che l'hanno preceduta? Sono tutte questioni di grande importanza per far luce sulle imperfezioni formali spesso attribuite al Finale: imperfezioni che da sempre stridono col grande coinvolgimento emotivo suscitato da questa Sinfonia in chi la ascolta.