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"Ogni 'poesia' che esalti una 'libertà' volutamente indeterminata cessa immediatamente d'essere una poesia e, di conseguenza, costituisce un ostacolo alla liberazione totale dell'uomo, perché lo inganna mostrandogli una 'libertà' che dissimula nuove catene". Nella primavera del 1952 Péret, un anarchico passato per il trotskismo e per il surrealismo, oppone a un'idea di rivoluzione che si riduce alla metafisica individualista del gesto isolato, l'immagine di una sollevazione corale, dal basso di una spontaneità che si supera e si educa nella condivisione e nella verifica dei mezzi e dei fini.