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La mutazione è sotto gli occhi di tutti. Nel giro di pochi anni, nuove e invasive tecniche di valutazione hanno assunto un ruolo cruciale nel sistema dell'istruzione - dalla scuola primaria fino all'università - e lo stanno trasformando in modo radicale attraverso pratiche quotidiane e informali, sottratte a luoghi decisionali democratici, rappresentativi e trasparenti. Questo sistema dalle dimensioni sempre più imponenti è strutturato intorno a due agenzie di valutazione, l'Invalsi e l'Anvur, freddi acronimi cui corrispondono grandi apparati burocratico-tecnocratici dotati di ampi poteri discrezionali e ingenti risorse economiche. Possono contare sull'appoggio di un esteso e aggressivo sistema di persuasione incaricato di presentare il sistema di valutazione come oggettivo e neutrale, e di costruire una rappresentazione di comodo delle posizioni critiche, bollate come ultimo frutto bacato di un'ideologia egualitaria nostalgica e conservatrice fondata sul rifiuto tout court della valutazione. Le nuove tecniche stanno penetrando nel senso comune non in virtù della loro forza esplicativa, del loro rigore metodologico e della loro coerenza con l'impianto pedagogico e culturale del sistema di istruzione, ma per l'efficacia illusionistica con cui vengono esibite. Gli interventi raccolti in questo numero vogliono contribuire a individuare e comprendere ciò che è nascosto dietro l'apparenza.