Tab Article
Fin dalle prime parole è Lucifero che parla, l'angelo più amato, il portatore di luce che liberamente sceglie la propria dannazione, la propria rivolta contro il dio onnipotente. E parla di un amore immenso che ancora vive in lui, per questo dio che lo condanna. Cosa sarebbe, ci chiede, l'amore di chi non ha alternative? Schiavitù, risponde Lucifero. E su quel filo si gioca tutto. La voce narrante, Carlo, si rivolge al proprio padre, Vittorio, e gli fa ripercorrere la sua vita, attraverso la quale ricostruisce cento anni di vita italiana, dal Fascismo al boom degli anni '60 e poi fino al 21° secolo. Il racconto ha dunque un grande respiro, spazia attraverso orizzonti larghi e difficili, ma allo stesso tempo si svolge in un modo intimo che è insieme biografia e autobiografia. Processi e avvenimenti pubblici così acquistano significati e valenze privati, mettendo in risalto tensioni nel paese che si riflettono all'interno della famiglia protagonista: i Sigalas.