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Un commissariato di una piccola città, immersa nell'apparente sonnolenza della Provincia Granda - quella di Cuneo per intenderci - e il suo commissario capo, il dottor Ingravato, un uomo sulla quarantina dagli occhi profondi e il sorriso accattivante. Vi è stato trasferito come "promozione", per essersi occupato, sin troppo alacremente, di un'indagine a tappeto sullo spaccio di cocaina. Il suo errore è stato quello di andare a "sfruculiare" la gioventù dorata pariolina, tra cui vi erano anche figli di politici influenti. Senza alcun preavviso passa quindi dalle indagini che comportavano contatti giornalieri con l'Interpol, alle beghe tra coniugi, o tra compaesani.