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È l'ossessione di un dentista a muovere "Cupio dissolvi": l'attrazione fisica, naturale, può riversarsi sul molare di una sua paziente fino a trasformarsi nel simbolo onirico di un amore irrealizzato? Un nome, un'infezione, una fotografia, possono staccarsi dal loro "quotidiano imballaggio" e fondersi con le inquietudini di esistenze fino a poco prima normali? Vite risvegliate dal torpore e trascinate in una spirale di incubi e deformazioni fino a tramutarsi in un'autentica farsa, come ne L'arte del trasloco, dove una sterminata biblioteca, fra titoli di libri mai scritti e colpi di scena a dir poco grotteschi, sarà il teatro dell'ennesima dissoluzione.