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Con l'opera "Dei cani dell'amore" l'autore decide di descrivere le diverse sensazioni provocate dall'amore. Poesie prese di pancia che raccontano vari e febbrili momenti dell'affetto, parole alla ricerca di una libertà formale e psicologica, attanagliate alle pur sempre vive e felici catene. Un percorso sacro e profano in cui la penna cerca di discostarsi dalle facili congetture retoriche per poi prender conoscenza della retorica dell'amore. In fondo l'amore non è altro che una divinità dal volto cagnesco, affettuosa e complice, rabbiosa e ululante. Un'emozione che si cerca come la compagnia di un cane, un sentimento che nell'innocenza ti possiede e come un dio è capace a lasciarti solo.