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Immaginiamo di essere in un museo. Varcato l'atrio, ecco aprirsi davanti a noi una lunga galleria con i muri bianchi e la volta a botte segnata da un grande lucernario. Il mare di luce che da lì discende illumina le pareti sulle quali sono appesi - allineati ad altezza regolare e valorizzati da cornici d'oro - una sessantina di quadri. Già al primo colpo d'occhio, ci si rende conto che questi quadri appartengono a un unico genere: quello dei ritratti. Attenzione, però, siamo dinnanzi a ritratti piuttosto speciali. Sono ritratti di artisti, storici dell'arte, mercanti, collezionisti e - per finire - i "nemici" giurati delle precedenti quattro categorie, ovvero i falsari. Se ci si posiziona davanti ad essi, questi non si limitano a guardarci e fissarci in assoluto silenzio come farebbe normalmente ogni ritratto che si rispetti. No, questi ritratti - quando si accorgono di essere osservati - cominciano autonomamente a parlare e a raccontare. E diventano degli autentici fiumi in piena.