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L'amore coniugale, il "romanzo breve" considerato poco significativo nel complesso delle opere di Moravia, in questo volume è assunto quale paradigma per un'indagine sull'intera produzione del narratore romano e per far emergere aspetti meno frequentati di un universo immaginario fondato sulla "logica della somiglianza", sulla similitudine quale figura retorica dominante e sull'identità esseri umani-animali. Le trasformazioni e le persistenze dei motivi, i prelievi tematici e psicocritici, le immagini ossessive, le ripetizioni, le associazioni e le modulazioni costruiscono una rete di significati che vanno dal "romanzo dell'artista" ai nessi della scrittura con le arti visive, dai romanzi polizieschi e d'appendice (Quo vadis? e Fabiola) ai fumetti e ai fotoromanzi. Alcune "esplorazioni diagonali", lo scolio del "demone meridiano", monotonia e sete di vivere, idillio e tempesta, nostalgia del paradiso e "miraggi" aprono a loro volta sconosciute prospettive critiche sulla dialettica realismo-visionario.