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È difficile immaginare oggi un tema più attuale di quello dei conflitti armati in corso in varie parti del mondo, in particolare nel Medio Oriente. Conflitti durissimi, dei quali viene analizzata negli scritti qui pubblicati la natura e l'oggetto, anche con riferimento ai "nuovi" strumenti, le nuove armi quali talune risorse naturali il cui sfruttamento è nel contempo la causa e l'effetto di guerre, definite spesso di liberazione, ma sulla cui qualifica è almeno legittimo dubitare, nonché della stessa diffusione del terrorismo. Conflitti, dunque, guerre tra e per soggetti o enti dei quali è doveroso chiedersi se siano realmente ancora definibili come stati in senso giusinternazionalistico. Guerre, in cui l'uso dell'arma del terrorismo sembra ormai all'ordine del giorno, sia sul teatro di battaglia, sia e questa è una novità devastante, altrove: nei territori di Stati ritenuti, a ragione o a torto, coinvolti o all'origine di quei conflitti. Guerre, ancora, in cui è difficile distinguere e definire il ruolo di importanti organizzazioni internazionali, come le NU o l'UE, ormai ridotte al silenzio o alla presa d'atto, quasi burocratica, della esistenza di quei conflitti. Guerre, infine, nelle quali riappare prepotente o inatteso lo spettro della vecchia guerra fredda tra gli avversari di sempre; forse non del tutto, o almeno non tutti, consci di non essere più il punto di riferimento del mondo intero e che il Medio Oriente e le tradizionali contese ad esso legate non rappresentino più il centro del mondo. Non mancano, tra i lavori qui pubblicati, gli sforzi per collocare questi fenomeni in una logica giuridica rigorosa e non puramente descrittiva dei fenomeni in atto.