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"Transformare l'organizzazione dei luoghi di detenzione" studia una organizzazione liminale: quella dei carceri. E la condizione delle persone trans che le abitano, rende visibile come è dai margini che si può fecondare il centro. Generando inclusione. Di lungo periodo. Tratta la "doppia detenzione" delle identità: individuale e organizzativa. Perché una sola prospettiva non è sufficiente a leggere la complessità del nostro agire. Perché il corpo non è macchina: strumento, veicolo che dal mondo sensibile genera la coscienza. Perché lo spazio non è serie lineare. E il tempo non è serie di istanti. Perché la percezione non è relativismo. Prefazione di Luigi Maria Sicca. Postfazione di Alexander Hochdorn.