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"Lo stupore di trovarmi in quell'esplosione di fresca vegetazione e il profondo silenzio della sera mi sconcertarono. Sentivo il bisogno di far parte di quel mondo che mi stava offrendo una sensazione di pace che mai avevo provato prima di allora. Lunghissimi fusti di vitalba, grossi come il polso di un uomo, si allungavano verso l'alto per 20-30 metri, a cercare con frenesia la luce del sole. Si aggrappavano egoisticamente qua e là, creando grovigli inestricabili, fino a raggiungere e ad avvolgere le chiome delle robinie per lì rilassarsi, e sfiorire in tanti batuffoli bianchi. Rumori soffusi si mescolavano in lontananza al canto degli uccelli, già appollaiati nei loro ricoveri notturni, che al mio apparire zittivano volando via spaventati."