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Sante Peranda (Venezia 1566-1638) formatosi presso Franck Pauwels, detto Paolo Fiammingo, passa poi nella bottega di Leonardo Corona, per avvicinarsi successivamente a Jacopo Palma il Giovane, con cui collabora in alcune opere; i suoi riferimenti culturali, oltre allo stesso Palma, sono soprattutto, come per quasi tutti i pittori delle "Sette Maniere" Tintoretto e Veronese, ma riaffiorano, soprattutto nei paesaggi, i modi del pittore fiammingo. Passato in Emilia nel 1609 vi rimane per circa venti anni, nei quali lavora alla corte dei Pico a Mirandola, per gli Estensi a Modena, e per numerose commissioni private sul territorio. Nei ritratti di questi anni, affiora un rinnovato fiamminghismo, parallelo a quello di Frans Pourbous il giovane, attivo negli stessi anni a Mantova. Rientrato a Venezia nel 1627, le gamme cromatiche si schiariscono, le forme appaiono meno legate alle fonti dei grandi maestri del Cinquecento, avanzando quasi verso un cauto barocco.