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Opportunisti, coccoloni, interessati, catalizzatori di positività, egoisti, agili, imprevedibili, protettori di energia spirituale, invasati, buffi, dispettosi, porta sfortuna, eleganti, odiosi... i termini usati per descrivere i gatti variano dalla più manifesta antipatia, a qualcosa di simile all'adorazione. C'è chi assicura di esserne allergico e chi non si limita a dire che non li ha in simpatia ma sente il bisogno di precisare che preferisce i cani, perché più fedeli e obbedienti ai propri padroni. I cosiddetti "gattari" invece, oltre ad avere una o più bestiole che circolano per casa, ne postano foto e video sui social, e si circondano di oggetti con le loro immagini (dalle magliette, ai portachiavi, passando per i calendari e le ciabatte). Ostili o innamorati dei gatti, ci si ritrova concordi nel riconoscerne l'indipendenza, considerata a seconda del punto di vista un pregio o un difetto. Un gatto infatti può essere un componente della famiglia (il capo famiglia per la precisione), un coinquilino che tollera la presenza umana (o che finge di farlo per sferrare meglio i propri agguati) o un amico a quattro zampe con cui condividere abitudini e riti quotidiani. In ogni caso si ritiene padrone di sé stesso e non si stanca di dimostrarlo in vari modi. Talvolta sembra solo mancargli la parola per spiegarci quale sia la sua opinione su di noi. Forse facendo un po' di attenzione, si potrebbe perfino riuscire a sentirli parlare... "Cosa fa quest'intrusa in casa mia? Diario di resistenza gattesca" è il punto di vista di un gatto rockettaro su quegli strani bipedi, quasi totalmente privi di pelliccia, che gli gravitano attorno e su altre comparse, più o meno gradite.