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Autrice di racconti caratterizzati dal turbamento emotivo, Annamaria Gargano conferma anche in questa silloge poetica, che fa parte della collana "Scrimia", la verve ironica e la notevole capacità di penetrazione del suo linguaggio. Ogni lirica affronta, con la bellezza scomoda del rispetto per la lealtà dell'ammettere, il problema di come essere e restare "umani", senza mai perdere la fiducia, la tolleranza e un salvifico dosaggio di spirito e di saggezza.