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Perché non siamo diventati uno stato federale? Ci abbiamo provato davvero, con estrema onestà e attraverso un dibattito talmente avvincente da coinvolgere tutti gli schieramenti politici presenti in Parlamento? Abbiamo accolto e discusso veramente ogni proposta credibile giunta, anche e forse soltanto dall'''unione" dei soggetti che governano il territorio italiano in "periferia"? Dopo il disastroso azzeramento di leader causato da Tangentopoli, la destra di Fini e la sinistra di D'Alema, cercarono di sdoganare, con intelligenza e tantissima pazienza, le rispettive storie "antiche". Berlusconi e la Lega aiutarono tale processo fino al terribile ritiro di Bossi dalla scena politica. E dopo? Il centro-sinistra continuò a modo suo il processo e il centro-destra si spostò un po' troppo a destra. Bossi e Fini non l'avrebbero mai permesso: uno voleva il federalismo, l'altro il presidenzialismo. Queste due "rivoluzioni" costituzionali avrebbero forse trasformato il nostro Paese in uno stato laico e "progressista"; avrebbero costretto la politica italiana a bipolarizzarsi davvero; avrebbero sconfitto il populismo e permesso alla sinistra di trasformarsi in ciò che da molto tempo desidera: un partito democratico su modello americano.