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La tonnara, "patria" abbandonata, ispira poesie d'amore. Senti ancora il fragore delle onde, l'odore penetrante del sangue e del sale. Da lontano è possibile ancora udire il ribollire delle acque e il fracasso infernale dei tonni che si dibattono disperatamente in una lotta per la vita, ma il cui destino è già segnato. In quel luogo di memorie e poesie cantate puoi immaginare di scorgere ancora lo specchio d'acqua tingersi di rosso. Se potessi custodire tale patrimonio insieme alla penombra delle lampare e al beccheggio delle muciare, lo renderei eterno custodendolo nella mia "valigia delle memorie" insieme alle dimore dei nobili ormai decadute ed agli sguardi dei vecchi rais dai volti bruciati dal sole e dalle mani rugose ma solerti. Porterei con me le loro anime che profumano di nepitella ed il dolce inno della Cialoma. Vi ritroverete così a fianco degli stessi tonnaroti, maestri d'ascia e nobili signori. Di tutti coloro che diedero la vita in quella estenuate lotta che ingaggiavano contro il destino e delle loro operosissime donne che, in quel tempo, per amore, con audacia e disperazione, sfidarono fieri cielo e mare. prefazione di Tommaso Gargallo.