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Nella sua autobiografia "Poesia e verità", scritta in tarda età, Goethe ricorda le litografie di Piranesi che il padre aveva portato da Roma e che costituirono le sue prime, indelebili impressioni italiane. Il padre, Johann Caspar, aveva intrapreso il suo Grand Tour, restando per sempre sentimentalmente legato all'Italia. Il ricordo era così vivo che, tornato a Francoforte, sposatosi con Elisabeth Textor, la figlia del Borgomastro, volle raccogliere i suoi ricordi, scrivendo anche lui, come tanti suoi contemporanei, il suo "Viaggio per l'Italia", solo che lo volle scrivere in italiano e prese perfino lezioni da un ex frate pugliese, con cui compose un'opera ragguardevole, in un italiano antiquato certo e talvolta improbabile, percorso dall'entusiasmo e qualche volta dalla critica per l'Italia. Il voluminoso manoscritto, ben noto al figlio, fu pubblicato per la prima volta in Italia e poi Albert Meier ne propose alcuni anni fa l'edizione tedesca, mentre ora lui e Heide Hollmer ne hanno tratto un'agevole antologia, modernizzando la grafia e rispettando fedelmente il testo. Il libro costituisce una preziosa testimonianza del Grand Tour intrapreso non più da un nobile, bensì da un colto borghese (Caspar Goethe era un valente giurista e raffinato erudito) e spiega meglio la passione del figlio per l'Italia, la sua cultura, la sua arte e la sua natura.