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A dispetto del fatto che nell'arena pubblica, diversamente che in altri Paesi, in Italia l'antropologia è poco presente o lo è molto meno della psicologia, della sociologia, dell'economia e persino della storia, questa prospettiva disciplinare ha molto da insegnare. La forza del suo approccio risiede, innanzitutto, negli strumenti che essa ha elaborato per potersi orientare nel mondo, nella sua capacità di ampliare il senso delle possibilità della vita, di mettere in discussione i propri assunti e di aggiornare i propri quadri teorico-metodologici alla luce di sollecitazioni, interne ed esterne, con una forte propensione interdisciplinare, nella lungimiranza con cui ha saputo riflettere sui propri strumenti e l'onestà con cui ha individuato trappole e limiti che essa stessa aveva disseminato e posto. Il volume presenta una riflessione articolata in sette capitoli dedicati a temi significativi della disciplina, tradizione/ modernità, identità/alterità, interpretazione/traduzione/scrittura, natura/cultura, diritti umani/multiculturalismo, aspetti imprescindibili della riflessione antropologica che devono essere attraversati anche quando non costituiscono l'epicentro o il cuore di riflessioni mainstream, per maturare uno sguardo antropologicamente attrezzato e per restituire all'antropologia un posto centrale per la comprensione del mondo contemporaneo, al di là di specialismi di aree di interesse o accanto a questi.