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Il volume presenta gli esiti di una puntuale ricerca volta a ricostruire, sulla base di una straordinaria documentazione prevalentemente conservata presso l'Archivio di Stato della città, il patrimonio immobiliare dell'Opera del Duomo di Pisa nell'arco di oltre quattro secoli. A partire dai beni concessi da Matilde di Canossa e dai Giudici sardi nel XII secolo, al tempo, approssimativamente, della fase di edificazione della chiesa maggiore, l'ente si arricchì via via di sempre nuove proprietà attraverso gli strumenti tradizionali delle donazioni, delle eredità e delle oblazioni, indirizzate prima alla fabbrica della chiesa, poi alla costituzione di un patrimonio permanente che ne consentisse la vita e l'attività come entità giuridica autonoma. I beni dell'Opera aumentarono ben presto ovunque nel territorio pisano (città, sobborghi e contado) e il volume scandisce i ritmi e le modalità di crescita del patrimonio e della sua gestione fino agli avvenimenti che, tra la fine del XIII e gli inizi del XVI secolo, pur coinvolgendo e sconvolgendo la storia di Pisa e del suo Comune, rafforzarono il legame, da sempre esistente,tra quest'ultimo e l'Opera. Con l'aprirsi del secondo - e definitivo - dominio fiorentino sulla città, si venne a chiudere una fase della storia dell'Opera del Duomo, che si presentò, allora, come un ente compiutamente laico, anche nell'immagine pubblica, pronto a una gestione "moderna" della proprietà...