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Maria è la sua grandezza. Unitamente a tutti i suoi dolori, ai desideri e alle disillusioni della sua complessa esistenza. Nasce nel 1879 in Val Ridanna. Amata dai genitori che sperano di preservarla da altri dolori e da altre amarezze, resta per un po' nella campana di vetro costruita per lei, ma compie segretamente e di tanto in tanto qualche prova di volo. La vita va amata a ogni costo, in qualsiasi forma, solo così potrà diventare una persona veramente libera come la vallata in cui è cresciuta. Una libertà che la trasforma in modo capovolto: da crisalide la riduce a bruco, ma un bruco kafkianamente gigante. Maria viaggia, insieme alla sorella, e spera di conoscere quel mondo che tanto le è stato negato per la sua condizione fisica. Si tratta di un viaggio interiore ed esteriore che la porterà lontano. L'umiliazione del mondo, che le ricorda ciò che è, non la priva dell'orgoglio per i suoi desideri e per quel modo incantato, nonostante tutto, di guardare la vita. Maria vola, eppure è inchiodata al suolo dal suo corpo e dalla sua malattia. Incontrerà l'amore, su un treno metaforico che comunque la condurrà da qualche parte, donandole uno scampolo di felicità.