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"Uno scontro con la relazione questa raccolta di Antonella Taravella, un conflitto tra il desiderare e l'ottenere. La proiezione di un vissuto che si arricchisce di odori e sapori man mano che il verso procede, strappa, recide. La poesia dovrebbe sempre essere l'oltre della narrazione, ma la narrazione ha un luogo e una tempistica che qui sono completamente assenti; solo diurno e notturno gli istanti di Antonella, oscurità e luce come unici attimi dell'anima e della voce. Esporsi alla parola vuol dire esporsi all'altro: è questo il gioco dell'eros che Antonella ci propone. Con un apparente vocabolario erotico che condensa emozioni e significati, ricrea il suo mondo cercando con forza di trattenerlo a sé. Una raccolta, a mio avviso, che dà il meglio nei versi corti che risultano più infetti, più sanguinanti, più sporchi, dimostrando di sapere che - affinché le preghiere arrivino - bisogna urlarle forte."