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La scoperta ci accarezza il cuore, è il filo che attraversa lo spazio e il tempo, le radici che ci tengono ben saldi alla terra. Quella che scopriamo in noi non è la madre che abbiamo avuto, ma la donna che è stata. Con la sua bellezza e complessità che da figli ci ostinavamo a negarle in virtù del ruolo che doveva avere nella nostra crescita, nella nostra capacità di evoluzione. Scrivere una lettera è quello di cui abbiamo tutti bisogno, a un certo punto. Per fare pace con la madre. Per riconoscerle il diritto di essere stata donna." (Dalla prefazione di Annalisa Monfreda)