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Una delle fiabe più note di tutti i tempi, che dietro un'apparenza di "apologo morale" nasconde un racconto con numerose dimensioni concettuali e narrative, oltre che politiche, e un inarrivabile colore a tratti perfino psichedelico. La storia racconta la "redenzione" di Ebenezer Scrooge, che da uomo solo, avido, rancoroso e capace di odiare tutti e tutto, perfino il Natale, si trasforma in "un buon amico, un buon padrone, un buon uomo, proprio come ce n'erano un tempo nella buona vecchia città, o in qualunque altra vecchia città, o paesello, o borgata nel buon mondo di una volta". Un cambiamento che avviene nel più profondo del suo animo dopo la visita (in sogno?) di tre spiriti, quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro, che gli mostrano che cosa è stata la sua vita e cosa invece avrebbe potuto essere, che cosa è attualmente per le persone che soffrono o che ridono del suo essere malvagio, e che cosa rimarrà di lui dopo la sua morte se non cambierà vita. Intorno a questo viaggio onirico nel tempo e nello spazio, si disegnano personaggi e figure che raccontano le diverse classi popolari, i sobborghi di Londra, i poveri, i lavoratori, gli usurai.