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I saggi qui raccolti, che hanno letteralmente rinnovato e in qualche caso fondato interi campi di studi, indagano da varie angolazioni - dalla entusiastica ricezione della cultura trobadorica alle interferenze linguistiche del veneziano coloniale, "di là da mar", alle consapevoli e precocissime imitazioni del fiorentino dantesco da parte del veneziano Giovanni Querini - la straordinaria densità culturale del Veneto medievale: "un paesaggio di cultura straordinariamente vario e stratificato, tanto meno unitario di quello comunale toscano, come vario è il panorama politico del Veneto" (Folena). Sempre con le parole del grande studioso: "Vediamo oggi sempre meglio che il Veneto è stato agli albori della nostra civiltà moderna, romanza, un crocevia della cultura europea, tramite tra occidente latino e oriente bizantino e slavo, luogo di incontro e di confluenza di correnti molteplici di cultura e lingua, la cui area di circolazione è vastissima; o meglio che un crocevia, forse, per servirci di una immagine geografica più adeguata, un grande delta culturale, luogo di sfocio, di deposito e anche d'impaludamento". Con una nuova presentazione di Paolo Trovato e "Il Veneto di Gianfranco Folena" di Alfredo Stussi.